Serie TV italiane da tenere d’occhio

Serie TV italiane da tenere d’occhio

Perché parlare di serie TV italiane?

Negli ultimi anni, l’industria dell’intrattenimento italiana ha vissuto una vera e propria rinascita. Non si tratta solo di produzioni artisticamente ambiziose, ma anche di serie pensate per essere competitive a livello internazionale. Quello che fino a pochi anni fa era un panorama dominato da fiction tutte simili si è trasformato in un’offerta variegata, coraggiosa e più consapevole. Il risultato? Un pubblico più attento e una qualità di scrittura visibilmente migliorata.

Questo articolo è una bussola. Se ti interessa la narrazione, se hai poco tempo e vuoi andare dritto al punto, qui troverai una selezione curata di serie TV italiane attuali o in arrivo, da non perdere per chi vuole restare connesso al meglio della cultura pop nazionale.

Cosa rende una serie interessante oggi?

Una buona serie non è solo intrattenimento. È anche uno specchio della società, un acceleratore culturale e – nel migliore dei casi – un elemento di posizionamento per chi la produce. Qualità della sceneggiatura, regia pulita, attori credibili e identità visiva forte: questi i quattro assi base. Ma ce n’è uno che, per me, li batte tutti: il coraggio narrativo.

È quello che ti fa dire “finalmente qualcosa di diverso”. Ultimamente, alcune produzioni italiane lo dimostrano concretamente: smettono di imitare e iniziano a proporre.

Serie italiane attuali da non perdere

Ecco una selezione di titoli che meritano attenzione. Non tutte sono produzioni Netflix o Sky: alcune arrivano da RaiPlay o Prime Video, altre da piattaforme minori ma in espansione. L’obiettivo? Darti una panoramica completa e onesta.

  • “Blanca” (Rai): Una detective cieca, una Genova mai così cinematografica e una fotografia curata che non ha nulla da invidiare ai crime scandinavi. Blanca è innovativa non solo per il punto di vista della protagonista, ma anche per come costruisce le sue indagini. Tecnica, cuore e un pizzico di umano disorientamento. Un mix raro nel panorama Rai.
  • “Prisma” (Amazon Prime Video): Questa è la Gen Z raccontata con rispetto. Senza filtri, ma neanche con pietismi. Ambientata nel Lazio, segue un gruppo di adolescenti alle prese con identità fluide, contrasti familiari e scelte impossibili. È autentica e visivamente potente. Chi ha apprezzato “Skam Italia” troverà qui una naturale evoluzione stilistica e narrativa.
  • “The Good Mothers” (Disney+): Vincitrice al Berlinale Series 2023, è il racconto duro e umano di donne dentro la ‘Ndrangheta pronte a ribellarsi. Basata su storie vere, ha una regia cinematografica e un montaggio serrato. Non è una serie da vedere sullo smartphone in metro. Merita schermo grande e attenzione piena.
  • “Christian” (Sky Atlantic): Un picchiatore di periferia riceve le stigmate. Da lì inizia una trasformazione spirituale e personale che mescola sacro e profano, trash e misticismo in un equilibrio sorprendente. Originale e visivamente audace, è uno dei prodotti più sperimentali degli ultimi tre anni.
  • “Call My Agent – Italia” (Sky): Remake riuscitissimo dell’omonima serie francese, trasporta l’universo degli agenti dello spettacolo nel cuore di Roma. Non è solo satira del mondo del cinema, ma anche un omaggio pieno di autoreferenzialità intelligente. Camei di attori famosi, battute al vetriolo e grande ritmo.

Nuove produzioni in arrivo nel 2024

Se sei il tipo che ama scoprire le cose prima degli altri, ecco tre titoli che promettono molto già sulla carta. Alcuni stanno terminando la fase di riprese, altri sono già in post-produzione.

  • “Supersex” (Netflix): La storia – vera – dietro il mito di Rocco Siffredi. Sì, hai letto bene. Ma dimentica il gossip: la serie punta tutto sull’identità, sul ruolo pubblico vs quello privato e sul peso dell’eredità familiare. Interpretazione intensa di Alessandro Borghi e regia d’autore. Arriva nel secondo semestre 2024.
  • “Un Amore” (Rai Fiction – Nanni Moretti): Finalmente Moretti alle prese con una serie TV. Il tono sarà sobrio (non aspettarti colpi di scena ogni tre minuti), ma l’aspettativa è molto alta per chi cerca contenuto più intimista e riflessivo. È una di quelle serie da guardare con calma, in cuffia, magari di sera.
  • “Noi Siamo Leggenda” (Raiplay): La scommessa giovane della Rai. Supereroi italiani in chiave urbana, con tensioni adolescenziali e ambientazioni metropolitane. Non è Marvel, non vuole esserlo. Ma se sei curioso di vedere una Roma rock con poteri sovrannaturali e dialoghi che funzionano, mettilo in watchlist.

Trend in atto: qualità vs quantità

Il fenomeno è chiaro: meno produzioni, ma budget meglio distribuiti e maggiore consapevolezza narrativa. Le serie italiane stanno allargando il respiro: meno provincialismo, più storytelling trasversale. Alcuni autori iniziano a lavorare con writer’s room vere, ispirandosi al metodo americano. Meno ego, più squadra. Era ora.

Un altro segnale forte? Le piattaforme chiamano registi di cinema a dirigere episodi interi. Non più fiction “di seconda mano” ma contenuto primario, pensato per fare la differenza nella library del servizio.

Come guardarle in modo intelligente

Guardare serie TV non è (più) un passatempo passivo. Può diventare una fonte di ispirazione, uno strumento di aggiornamento culturale e, per chi lavora nel business creativo, un benchmark formativo.

Qualche consiglio pratico:

  • Dedica tempo a poche serie, ma ben scelte. Meglio due stagioni fatte bene che cinque mediocri.
  • Osserva come costruiscono i personaggi. Cosa fanno nei silenzi? Come si vestono? Quali ambienti frequentano?
  • Prendi appunti se lavori in comunicazione, design o formazione. Le serie oggi sono storytelling visivo allo stato puro.
  • Fai gruppo: guardare in coppia o con amici, e parlarne dopo, aiuta a vedere altri angoli di lettura. Vero upgrade cognitivo.

Italia, storytelling e identità culturale

In un mondo dove il contenuto si consuma a velocità folle, le produzioni italiane stanno imparando a rallentare, approfondire e lasciare il segno. C’è ancora molta strada da fare (lato innovazione visuale, ad esempio), ma i segnali sono incoraggianti. Soprattutto quando vedo un ragazzo di 17 anni parlare entusiasta di “Prisma”, o una professionista citare battute di “Call My Agent” in una presentazione aziendale.

Il messaggio è chiaro: le serie italiane non sono più solo un fenomeno nazionale. Sono il nuovo volto soft power del nostro Paese. Se ben fatte, raccontano chi siamo con intelligenza e stile. E, ammettiamolo: era ora.

Buona visione, e tieni d’occhio queste storie. Non sono solo finzione: sono la nostra realtà, riscritta meglio.